In tutto il mondo, in un anno, si mangiano più di 16 milioni di tonnellate di pasta. E’ il dato emerso in occasione della prima edizione del World Durum and Pasta Forum, organizzato a Roma nella sede di Palazzo Brancaccio. Presenti più di 3mila operatori che hanno avuto modo di confrontarsi sui mercati nordamericano ed europeo, dedicando una particolare attenzione alle tecnologie innovative che possono contribuire a migliorare la resa e a rendere questo settore sempre più sostenibile.
Ruolo di primo piano, naturalmente, per l’Italia. Non solo perché è il paese associato alla pasta, ma anche perché è il primo produttore europeo di grano duro: 1,3 milioni di ettari coltivati per una resa pari al 25 per cento della richiesta mondiale per la produzione di pasta.
Alla giornata è intervenuto anche il vicepremier Antonio Tajani, ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, che ha ricordato quanto la filiera agroalimentare sia diventata sempre più fondamentale per l’economia italiana. A dimostrarlo ci sono anche dati concreti: nel 2023 l’export dei prodotti era stato da record, ma il primo semestre del 2024 si è spinto ancora più in là con un aumento pari al 7,5 per cento.
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