MONZA – “Il rapporto Ecosistema Urbano 2021 realizzato da Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, è impietoso. Monza scivola dall’85esimo al 93esimo posto, finendo per classificarsi ultima tra le città della Lombardia. Bocciati, senza essere rimandati, ma non ci aspettavamo nulla di diverso”. Giudizio che non lascia spazio a interpretazioni quelli di Carlo Abbà (MonzAttiva) nei confronti della Giunta Allevi.
“Sulle nostre strade – spiega Abbà – circolano 80.176 autovetture, stando agli ultimi dati disponibili elaborati dall’ufficio Statistiche del Comune. Ci sono 767 auto ogni mille abitanti, escludendo under 18 e non patentati. Altrove, dove ci si è impegnati per una mobilità sostenibile, i numeri sono diversi. A Bergamo, città paragonabile alla nostra, su cui gravita anche un aeroporto, ci sono 617 auto ogni 1.000 abitanti, e in Lombardia la media è di 625 ogni mille residenti. Da solo questo dato basterebbe a spiegare tutto quello che non è stato fatto. A partire dal Pums. Ormai siamo a fine mandato è del piano urbano della mobilità sostenibile, dove viene pianificata la mobilità un città per i prossimi anni, non c’è traccia. Se a questo ci aggiungiamo la mancanza di un’adeguata rete di mezzi pubblici è ovvio che sempre più persone ricorrano al mezzo privato per spostarsi, con tutte le conseguenze del caso”.
Tra le prime c’è da registrare un marcato aumento nell’acquisto dell’auto. Un dato più che raddoppiato rispetto a quanto accadeva in passato. Nel 2019, ultimo dato disponibile si sono registrate 943 nuove immatricolazioni auto, quando la media degli anni precedenti si era fermata a 466 vetture l’anno.
“Sono dati che forniscono una spiegazione alla pessima qualità dell’aria – aggiunge Maria Chiara Pozzi, esponente di MonzAttiva -. Alla fine di ottobre si erano già registrati 28 giorni con i valori del pm10 oltre la soglia consentita (50 microgrammi per metro cubo d’aria). Questo si traduce anche in una maggiore incidenza di malattie respiratorie e ormai sappiamo quanto conti la qualità dell’aria anche nella lotta al Covid-19. Le piste ciclabili sono ancora poche. Quelle realizzate recentemente, penso a quella di via Borgazzi, non sono nemmeno sicure a detta degli stessi ciclisti. E in ogni caso, siamo in ritardo rispetto alle altre città capoluogo per chilometri di piste in rapporto alla popolazione”.
“I soldi per invertire la tendenza e ripensare al sistema mobilità ci sono, sono quelli del Pnrr – conclude Abbà -. A lasciarci perplessi è che ancora non si conoscano su quali progetti intende puntare l’attuale amministrazione. Se fossero pubblici se ne potrebbe discutere e, magari, migliorarli”.