SEREGNO – Il bel pasticcio relativo all’aggregazione tra il gruppo seregnese Aeb e A2A messo direttamente nelle mani del ministro dell’Economia e delle Finanze. Nei giorni scorsi, infatti, l’onorevole Gian Mario Fragomeli (Partito Democratico) ha presentato un’interrogazione a risposta scritta proprio su questo argomento. Il suo intento non è quello di fare polemica, né propaganda: si tratta invece di approfondire e risolvere un problema che, a oggi, vede ancora impegnati gli esperti nella fase di studio e di verifica.
La questione è molto semplice, almeno per quanto riguarda il suo inquadramento: la delibera del Consiglio comunale di Seregno (ai tempi in possesso della maggioranza assoluta delle azioni di Aeb), che dava mandato al sindaco Alberto Rossi di presentarsi nell’assemblea dei soci per dare il via libera all’operazione industriale, è stata contestata da Tiziano Mariani (“Noi x Seregno”), che ha trovato dalla sua parte prima il Tar Lombardia e poi il Consiglio di Stato. Stessa vittoria per due aziende che chiedevano la gara a evidenza pubblica. La giustizia amministrativa ha visto riconosciute anche le loro ragioni. Di fatto, però, a oggi si è in una fase di stallo: l’aggregazione nel frattempo era già stata perfezionata.
Fragomeli, nella sua interrogazione parlamentare, indica che “si è di fronte a un vuoto normativo, poiché il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica stabilisce che per tutto quanto non derogato dalle disposizioni dello stesso, si applicano le norme sulle società contenute nel codice civile e le norme generali di diritto privato; non è disciplinato il tema delle operazioni straordinarie se non con un cenno sulla disciplina delle future aggregazioni e norme sulle sole fattispecie di carattere generale, ovvero la costituzione di nuove società. L’acquisto e la vendita delle partecipazioni è un vuoto normativo”.
Fragomeli chiede pertanto al ministro se è a conoscenza dei fatti e se intende intervenire “per evitare che i dubbi interpretativi relativi alle disposizioni da applicare possano ostacolare quei processi di aggregazione che sono invece la via maestra per l’industrializzazione delle utilities”