CESANO MADERNO – Dategli una in mano una moto e, se ne siete capaci, provate a stargli dietro. L’idea di stargli davanti toglietevela dalla testa. Con Edoardo Savino partite già battuti. L’impresa sarebbe quella di finire una corsa alla sua ruota, ma sono pochi gli avversari che possono raccontare di esserci riusciti.
Possono testimoniarlo anche i concorrenti del campionato italiano Civ Best Junior A. Già virtualmente concluso, con due gare ancora da disputare, perché la matematica impedisce a chiunque di conquistare i punti necessari per balzare al primo posto. E’ salito in moto al circuito “La Scintilla” di Rieti. Ha conquistato la pole e si è aggiudicato sia gara 1 sia gara 2. A Jesolo il 29 settembre Savino andrà lo stesso, perché la moto è diventata la sua vita, ma potrebbe tranquillamente stare in spiaggia.
Un’annata favorevole? Forse. Ma se volete la controprova andate a fare due chiacchiere con i giovani motociclisti spagnoli, messi tutti in riga nell’ultimo campionato: il piccolo Edoardo, 8 anni, è stato il leader della stagione anche da loro. E, passo dopo passo, si è già circondato di un notevole numero di ammiratori. La sua classe e la sua semplicità – timido nella vita e grintoso in pista – stanno conquistando tutti.
A chi si avvicina a questo campione per la prima volta diamo un suggerimento: non ditegli che assomiglia a Valentino Rossi. Tutti vi stringerebbero la mano increduli. Lui, invece, ha un altro punto di riferimento: Fabrizio Pirovano, il Piro, motociclista entrato nel cuore dei brianzoli. E, come il Piro, anche il piccolo Edoardo Savino è tesserato per il Moto Club Biassono.
“Se siamo arrivati a questo punto – racconta divertito il papà Daniele – la colpa è un po’ mia e un po’ di Pirovano. Mia perché da un amico carrozziere ho recuperato una piccola moto elettrica, primo avvicinamento alle due ruote per Edoardo. Mi ha sempre colpito per la sua capacità di stare su una sella, anche da piccolo sulla bicicletta. Poi Pirovano ha espresso il suo giudizio: secondo lui Edoardo ha talento da vendere. Non farlo correre sarebbe stato un delitto. Visto il consiglio di chi se ne intende e la voglia di mio figlio, ho accettato. Poi Edoardo ha fatto il resto: un timido approccio nel primo campionato, poi ha iniziato a collezionare vittorie”.
Il papà, primo tifoso e sempre presente a ogni gara, è forse il più incredulo. Difficile rendersi conto di avere un campione in famiglia. E lui, che nella vita di sacrifici ne fa parecchi, è il primo a predicare umiltà e rispetto degli avversari. Edoardo, testa sulle spalle, pensa a divertirsi e a lasciare indietro tutti, trasformando in coppe (fra un po’ mancherà posto in casa, ndr) gli sforzi economici della famiglia e degli sponsor.
Lui non guarda troppo avanti, pensa a una gara per volta. Con il sogno di andare ad Assen… e lasciare alle sue spalle i migliori d’Europa. Segnatevi Edo#31. Sentirete ancora parlare di lui.
Gualfrido Galimberti