Intere generazioni lo hanno annotato su un foglio di carta, soprattutto prima di partire per le vacanze. Il codice di avviamento postale, quello che chiamiamo comunemente “Cap” pronunciando l’acronimo, viene introdotto in Italia per la prima volta l’1 luglio 1967.
Sappiamo tutti di cosa si tratta: è quel codice composto di cinque numeri utilizzato dalle Poste italiane per individuare in modo rapido il luogo di consegna della corrispondenza. Con il primo dei cinque numeri che lo compongono che sta a indicare la macro regione: nel nostro caso il 2 per la Lombardia con l’aggiunta di parte del Piemonte e con l’esclusione del mantovano.
Per anni è stato quel numero che abbiamo annotato pazientemente su un foglio di carta prima della partenza per il mare, nell’intento di spedire una cartolina a casa, ai familiari, agli amici lontani. E, ogni volta, si veniva assaliti dal solito dubbio? E adesso che ho perso il foglietto e non conosco il Cap, la cartolina arriva lo stesso?
Una certa avversità, come italiani, l’abbiamo manifestata fin da subito nei confronti del codice di avviamento postale. Il primo tentativo di introdurlo risale agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, copiando l’iniziativa dei tedeschi. Con scarso successo, spesso dovuto all’ignoranza. Di fatto ci vogliono più di vent’anni perché si arrivi al 1967 e all’istituzione obbligatoria del codice. In questo caso digerito un po’ più facilmente, visto che altri Paesi europei ci hanno preceduto dimostrando che è uno strumento davvero efficace.
Negli anni non è rimasto immutato. Sono cambiati più volte i criteri, è stata introdotto un aggiornamento con l’istituzione delle nuove province.
Poi, come sempre, la tecnologia ha deciso di giocarci un brutto scherzo. Ora l’utilizzo delle cartoline è stato ridimensionato: dal mare, soprattutto, agli amici e ai familiari si invia un selfie. Nella corrispondenza tra aziende la posta è stata in molti casi soppiantata dalle e-mail, passo successivo, queste hanno ceduto il posto alla pec (posta elettronica certificata). Il Cap l’italiano comune oggi come oggi lo scrive soprattutto nella modulistica quando deve inserire tutti i dati personali. Con lo stesso dubbio di una cinquantina di anni fa: avrò scritto quello giusto?
G.Gal.