E’ il racconto di un’epoca, tra caricature e scene grottesche: il 27 marzo, per la prima volta, esce nelle sale cinematografiche il primo film di Fantozzi. Già, ormai sono 44 anni che fa ridere intere generazioni. Difficile, davvero difficile, trovare una persona che sia in grado di raccontare almeno una scena di quei film.
Ideatore, come ben tutti sanno, è Paolo Villaggio. Non ha bisogno di grande immaginazione per girare quei film: attingerà dalla vita quotidiana e dalla sua precedente attività lavorativa. Prima di dedicarsi al cabaret e al cinema, infatti, Villaggio è impiegato all’Italsider con l’incarico di addetto agli eventi. Il suo collega si chiama effettivamente Fantozzi. E da lì, da quegli eventi, da quell’attività di ufficio, e da quella riverenza aziendale, nasce la figura cinematografica del ragionier Ugo Fantozzi.
Attorniato da tante persone che, nella loro semplicità e genuinità, non fanno altro che ricordarci chi siamo nella nostra quotidianità e nei diversi gradi della scala sociale.
Si ride guardando i film di Fantozzi. Qualche volta si ride anche amaro. Perché in quelle scene ci siamo anche noi, certi fallimenti assomigliano ai nostri. E da 44 anni, pur in una società che cambia e si è profondamente trasformata, quei film ci mettono davanti allo specchio.
E’ per quello che il successo è andato ben oltre le più rosee aspettative. Non siamo semplici spettatori con Fantozzi, siamo noi stessi parte del film. E, diciamolo pure, da quelle pellicole non abbiamo assolutamente intenzione di separarci.